CORRIDOIO OVEST / SCENA 04

CHIOSTRO
CICLO DI AFFRESCHI

CORRIDOIO OVEST
SCENA 04

TITOLO: Miracolo dell’avaro

AUTORE: autore ignoto1, 1606-1607

TECNICA: affresco

La scena, rappresenta un miracolo3 nella sua accezione didattica: si dice che S. Antonio, durante le esequie di un uomo particolarmente avaro, abbia ricordato le parole del vangelo: “dov’è il tuo tesoro, là è il tuo cuore” ed allora il cuore dell’uomo, dopo le sue esequie, viene assimilato ai suoi averi e rinvenuto, fumante, in un forziere.

Lo spazio pittorico è particolarmente articolato: la scena, costruita sulle diagonali raffaellesche, è complessivamente incorniciata dalla consueta architettura all’antica, sulla cui trabeazione è inserito lo stemma della famiglia donatrice; è bipartita attraverso le inquadrature di una doppia arcata, cosicché la narrazione acquista un ritmo cinematografico, ed articolata in due viste d’interno, sfondate su un paesaggio bucolico.

A sinistra, durante le esequie, Sant’Antonio, con l’indice in segno di ammonimento, domina la scena da un pulpito scorciato, davanti alla salma, attorniata da due figure femminili addolorate, una vestita di nero, forse la moglie, e dietro un nobiluomo che ascolta, scettico, le parole di due chierici, che presumibilmente gli spiegano l’omelia del Santo. Da notare, in questa porzione, in corrispondenza del viso e del corpo del defunto, degli stacchi di pittura, in cui è evidente la stratificazione degli interventi decorativi.  A destra, in primo piano, il dialogo di volti e di mani di tre serve che, aprendo il forziere, stupite, accanto al tesoro (da notare che, didascalicamente, sui sacchetti è scritto il contenuto), fanno la macabra scoperta.

A sinistra in basso si può osservare intorno al vano di una porta tamponata una mostra decorata in finto porfido, che non è possibile stabilire se appartenga a questa decorazione.

Se analizzati singolarmente, i due frames, in particolare la scena a destra, presentano costruzioni prospettiche che, nonostante le incertezze, si avviano ad acquistare coerenza (Fig.1 B/N). Qui vi è un evidente tentativo di ricondurre la costruzione ad un unico punto di fuga, individuato nell’occhio di S. Antonio. Volendo effettuare la stessa operazione sulla scena a sinistra e trasformando la proiezione in centrale, con punto di fuga nell’occhio del defunto, il suo catafalco sfugge ad una rappresentazione coerente e comunicativa (Fig.2).

Fig 1/2 Dalla costruzione prospettica originale alla ricostruzione prospettica con due punti di fuga

Fig.1/2 Dalla costruzione prospettica originale alla ricostruzione prospettica con due punti di fuga

Ma uno sguardo più attento può suggerire un’interpretazione più audace: l’ambientazione dei due episodi sembra la stessa, ed è suggerito dalla linea e dalla campitura del pavimento che prosegue continua da sinistra a destra, così come il cromatismo dei muri di fondo. Potrebbe essere stimolante l’ipotesi del doppio arco che suddivide gli episodi come di un escamotage dell’autore per “camuffare” le “incertezze” di una scena inquadrata in prospettiva centrale, con punto di fuga sull’asse mediano del pilastrino (Fig.3).  In questo caso, però, il contenuto simbolico, ovvero la centralità dei protagonisti, risulterebbe sacrificata, contraddicendo la probabile intenzione dell’autore.

Fig.1/3 Dalla costruzione prospettica originale alla ricostruzione prospettica con un unico punti di fuga

Fig.1/3 Dalla costruzione prospettica originale alla ricostruzione prospettica con un unico punto di fuga

COMMITTENZA

Il quarto quadro porta la seguente iscrizione:

"AD(MODU)M PROVID(US) VIR PALM(ERIUS) DE CALDANIS TERRE TITI"

(trad.: "A devozione del provvido uomo Palmiro De Caldani, della terra di Tito”).

Al centro della scena, lo stemma del devoto donatore:

RESTAURI

Lo stato di conservazione dei dipinti era pessimo, con presenza di rifacimenti in intonaco, zone ridipinte a olio e fissativi oleosi alterati.

Sono stati effettuati interventi di consolidamento della pellicola pittorica, rimozione dei fissativi alterati, stuccatura sottolivello per le lacune non ricostruibili (iscrizione in basso), reintegrazione pittorica con acquerelli sottotono per le piccole abrasioni e lacune, a tono sulle stuccature più piccole, a tratteggio su quelle di maggiori dimensioni.

Alfa Restauri S.n.c., 20112

Note

1 Cfr. MARTA RAGOZZINO, La decorazione del convento, in Il venerabile convento di Santo Antonio nella terra del Tito, a cura di VALERIA VERRASTRO, Calice Editori, 2013.

2 PAOLA VITAGLIANO, Gli affreschi restituiti: l’intervento di restauro, in Il venerabile convento..., op.cit.

3 Per il miracolo cfr. EMANUELE DE AZEVEDO, Vita del taumaturgo portoghese S. Antonio di Padova, 2a edizione, Bologna, 1790, pag. 93 - Scaricabile gratuitamente su google play.